Un'altra importante nuova scoperta
sul Monte Carso in Val Rosandra.
23/11/2007
La Val Rosandra (Klinšca per noi locali), l'angolo di paradiso alle porte di Trieste, è noto non solo per i suoi bellissimi sentieri e le strapiombanti pareti, ma anche per le sue bellezze sotterranee. Chilometri di gallerie e caverne incantate sono state scoperte negli ultimi decenni sul fianco destro della Valle, ed hanno portato all'individuazione di complessi sistemi scavati nei millenni da antichi corsi d'acqua molto più in alto dell'attuale livello del torrente. Tuttavia il fianco sinistro cela ancora tutti i suoi misteri. Sul Monte Carso (Griža in sloveno), sono state scoperte importanti cavità, ma non è stata ancora trovata la chiave giusta per entrare nel ventre della montagna. Claudio Bratos e Stojan Sancin, con la loro estrema pazienza e tenacia ci stanno provando da diversi anni, ed hanno raggiunto risultati insperati. Forti oscillazioni d'aria in una giornata di bora hanno indotto i due grottisti a dedicare innumerevoli giornate di scavo ad una nota tana di tassi esattamente al confine con la Slovenia, già conosciuta da diversi anni. Così proprio nel 2004, anno del centenario della Società Alpina Slovena di Trieste alla quale i due grottisti appartengono, ha portato alla più importante scoperta sul Monte Carso, una bellissima grotta con più di 400 metri di sviluppo e 80 metri di profondità, ribattezzata Grotta del Centenario.
In questi giorni sembra che i tassi e la bora abbiano indicato ai due instancabili scavatori un'altro possibile ingresso nello stesso versante del monte. Claudio si è accorto che un piccolo pertugio che fungeva da tana per qualche famiglia di tassi, ai piedi di alcune cengie ascendenti sotto la cima del monte, proprio sopra la frazione di Bagnoli Superiore, rispondeva con vigore ai refoli di bora. All'esterno si notavano già segni di scavo, intrapreso da qualche altro grottista anni fa, ma il vecchio scavo prendeva una direzione sbagliata e fu abbandonato troppo presto. L'esperienza da "vecchia talpa" di Claudio ha fatto la differenza e, seguendo direttamente lo scavo del tasso, dall'interno il buco si è dimostrato essere la parte superiore di un ampio portale, un vistoso antro riempito di materiale di deposito dall'esaurirsi di chissà quali antichi corsi d'acqua. Allargando l'ampia ma bassissima galleria d'ingresso Claudio e Stojan hanno raggiunto una cavernetta abbastanza ampia da poter essere utilizzata per il deposito dei materiali di scavo della galleria, che continua sul lato opposto mantenendosi sempre molto larga ed estremamente bassa, e non se ne vede la fine. Il cunicolo assomiglia a quello della Grotta del Centenario, speriamo non sia altrettanto lungo. La circolazione d'aria e le dimensioni lasciano ben sperare e infondono coraggio per continuare lo scavo.
Ogni piccola scoperta in Val Rosandra, dove il terreno negli anni è stato battuto palmo a palmo da innumerevoli grottisti, è già un avvenimento, questa tuttavia ha tutte le carte in regola per riservare delle belle sorprese. E' molto plausibile che le numerose ed interessanti cavità sotto la cima del Monte Carso siano in qualche modo collegate in un più ampio e complesso sistema, si tratta solo di trovare un facile punto di accesso che consenta di scoprirne il comune denominatore.
Dean Zobec